Secondo l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm), per garantire l’accesso alla banda larga in tutta Italia e velocizzare la posa delle infrastrutture, è necessario introdurre poteri sostitutivi che bypassino l’inerzia delle amministrazioni pubbliche. Questa è una delle principali indicazioni fatte dall’Agcm al governo, nell’ambito dell’annuale disegno di legge sulla concorrenza. Nell’elenco delle proposte di riforma concorrenziale inviate dall’Antitrust al presidente del Consiglio Mario Draghi quelle relative allo sviluppo delle reti e degli investimenti per la digitalizzazione sono al primo punto.
L’Autorità sottolinea l’importanza prioritaria dello sviluppo delle reti digitali per la crescita economica e nel contesto del pacchetto di stimoli finanziari Next generation Eu. L’Agcm evidenzia la necessità di politiche pubbliche in grado di estendere il più possibile la concorrenza infrastrutturale, in quanto positiva per l’effettiva realizzazione delle reti e per garantire costi bassi per i consumatori. Un’altra necessità rilevata dall’Autorità è quella di procedere nella rimozione delle barriere amministrative e nella risoluzione delle inefficienze burocratiche che rallentano e ostacolano la posa delle nuove reti in fibra, soprattutto a livello locale. In questo contesto, l’Autorità ha fatto riferimento all’introduzione di “poteri sostitutivi” per sbloccare i procedimenti di installazione delle reti non soggette al meccanismo di silenzio assenso.
Questo meccanismo prevede che il legislatore identifichi come accolte tutte quelle istanze, poste da privati alle amministrazioni pubbliche, che non hanno ricevuto risposta. Questo meccanismo, sottolinea l’Autorità, è identificato come prassi da parte del Codice delle comunicazioni elettroniche. Inoltre, le proposte consigliano di utilizzare strumenti di supporto pubblico per le infrastrutture digitali nella aree a parziale fallimento di mercato, per mettere in gara i progetti, minimizzare le risorse pubbliche impiegate e selezionare le migliori condizioni tecnico-economiche per gli operatori. Infine, per incentivare la domanda di connessioni a banda larga, l’autorità segnala l’esigenza di impedire il ricorso, da parte degli operatori, di meccanismi di lock-in contrattuale delle tariffe, che ostacolano la mobilità tra fornitori, tecnologie e reti differenti.
Fonte: Wired