Non è solo questione di infrastrutture, ma anche di costi accessibili degli abbonamenti e di competenze digitali per usare i servizi online.
Servirebbero investimenti per un totale di 428 miliardi di dollari per riuscire a connettere tutta l’umanità a internet entro il 2030. Il calcolo è dell’Alliance for affordable internet (A4ai) della Web Foundation, che punta a realizzare il sogno di un accesso universale a internet prezzi accessibili.
Per la Internet Foundation il primo passo verso l’accessibilità globale alla rete è investire sulla connettività nel continente africano. A tal proposito la Banca Mondiale ha già deciso nel 2019 di investire oltre 100 miliardi di dollari per far sì che l’Africa sia coperta da una connessione internet. “Dobbiamo lavorare urgentemente per connettere i quasi 4 miliardi di persone ancora offline” scrive Maiko Nakagaki, senior strategic partnerships manager di Internet Foundation nel blog dell’organizzazione no profit fondata dal creatore del World wide web Tim Barners-Lee.
Ma se connettere il continente africano costa più di 100 miliardi di dollari, quanto bisogna investire per far sì che tutta la popolazione mondiale possa finalmente collegarsi a internet a prezzi ragionevoli? Per trovare una risposta a questa domanda l’Internet Foundation ha collaborato con l’Unione internazionale delle telecomunicazioni stilando il rapporto Connecting Humanity. “La nostra ricerca ha rivelato che saranno necessari quasi 428 miliardi di dollari per ottenere una connettività universale a internet a banda larga di qualità nei prossimi dieci anni”, spiega Nakagaki.
La creazione delle infrastrutture necessarie per portare la connessione a internet sarà l’operazione più dispendiosa. Vale circa 140 miliardi di dollari. I restanti fondi saranno impiegati per l’elaborazione di regolamenti e politiche necessarie per il funzionamento corretto della rete, la formazione di competenze digitali e la creazione di contenuti locali da condividere tramite il web.
Sebbene gli investimenti in infrastrutture siano essenziali, l’85% della popolazione mondiale è già coperta da reti globali a banda larga e circa il 70% della popolazione non connessa si trova all’interno di un’area di copertura 4G. Ciò mostra come l’assenza di infrastrutture non sia l’unico problema da affrontare, ma vada considerata anche la possibilità di accedere alla rete a prezzi compatibili con il reddito delle persone.
I primi 25 paesi che necessitano di investimenti (e che rappresentano quasi il 75% del finanziamento richiesto) sono per lo più paesi a reddito basso e medio-basso dell’Africa sub-sahariana, dell’Asia orientale e meridionale. “Connettere tutti sulla terra è un’impresa ardua che nessuno può intraprendere da solo”, conclude Nagasaki.
Fonte: Wired