Aumenta il numero dei colossi tecnologici che decidono di entrare nel mondo dei servizi finanziari. L’ultimo in ordine di tempo a volersi ritagliare un suo spazio in questo settore è Google, che secondo quanto riportato dal Wall Street Journal sarebbe pronto a lanciarsi nei servizi bancari con un vero e proprio conto corrente.
A quanto si legge, il progetto dovrebbe essere denominato “Cache” e funzionerà a tutti gli effetti come un vero conto bancario su cui gli utenti potranno depositare denaro. Tra gli altri servizi a cui sta pensando il colosso di Mountain View c’è poi anche la possibilità per i consumatori più giovani di richiedere dei prestiti.
Ovviamente Google non farà tutto da sola ma si appoggerà a una banca, la Citigroup, che riunisce alcune delle più importanti banche d’investimento e società finanziarie degli Stati Uniti. Oltre a Citi sarà della partita anche una piccola società finanziaria legata alla Stanford University. Nei piani di Big G, il servizio dovrebbe essere lanciato già a partire dall’anno prossimo.
In Google comunque non sono completamente digiuni di questioni finanziarie. Il gigante tecnologico ha già al suo attivo la piattaforma per i pagamenti digitali Google Pay, che dal 2018 ha assorbito anche l’ex Google Wallet, nato nel 2011 come sistema di pagamento che permettesse agli utenti di poter utilizzare le proprie carte di credito o di debito. Oggi Google Pay è utilizzato da quasi 40 milioni di persone in tutto il mondo.
Per evitare di incorrere in problemi legati ad autorizzazioni e altre questioni legali come sta accadendo a Facebook, la compagnia mette le mani avanti e precisa che “il nostro approccio sarà quello di una profonda collaborazione con le banche e con il sistema finanziario. Forse sarà la strada più lunga, ma è anche la più sostenibile”, si legge nelle parole di Caesar Sengupta, general manager e vicepresidente del settore pagamenti di Google, riportate da Cnbc.
Ma, se le società tecnologiche puntano a fare le banche, dal canto loro le istituzioni finanziarie e bancarie internazionali che si vedono minacciate cominciano ad avanzare qualche dubbio a proposito di questioni legate al trattamento dei dati personali, dato che proprio nell’ultimo anno i Gafa (Google, Alphabet, Facebook e Apple) sono stati al centro di scandali e inchieste soprattutto legate a possibili abusi della loro posizione dominante in diversi campi.
La stessa Google, già più volte sanzionata in Europa e sotto inchiesta negli Stati Uniti, si trova in questi giorni al centro di una nuova indagine federale per aver raccolto senza consenso i dati sanitari di oltre 50 milioni di americani utilizzati dall’azienda nell’ambito del progetto Nightingale.
Fonte: Wired